Beskon

Beskon è una divinità oscura di difficile descrizione: a essa fanno capo sette occulte e segrete che non svelano la propria natura e cercano di confondersi nella società in cui si instaurano. Per questo motivo è molto difficile stabilire in quali zone sia più o meno influente. Il simbolo ricorrente di Beskon è il fulmine nero.

Principi, Fondamenti ed Etica

Il culto di Beskon si basa sul fatto che all'origine della creazione vi fosse proprio questa divinità negativa. Quindi, secondo l'ideologia tramandata, chi adora Beskon ha diritto ad un livello di coscienza superiore, soprattutto a discapito di coloro che lo bollano. E' quindi ammessa la violenza se questa occorre alla causa, ma alla base dei principi di Beskon sta anche la cautela: infatti troppa violenza può essere un richiamo per i nemici del culto che bramerebbero la sua distruzione.

Beskon non ha un testo ufficiale di riferimento; tuttavia egli viene nominato tra i grandi dei che crearono l'universo e si presume che egli fosse il fratello gemello di Varstal. In realtà però si sa che da qualche parte esiste un testo contenente la sua parola, ma non è mai stato individuato con esattezza.

Il Sacerdote di Beskon è un corruttore e segue la principale filosofia di Beskon: l'oscurità. Infatti il culto agisce principalmente lontano dagli occhi di tutti, tanto che solo pochi, oltre agli adepti, sanno della sua esistenza. Inoltre sia i sacerdoti che i cavalieri sono talmente fanatici che negherebbero l'esistenza del culto anche di fronte all'evidenza. Si dice che Beskon sia la divinità a cui fa capo lo stesso Farajoth.

Sacerdoti

Secondo le poche notizie venute alla luce, il credo in Beskon si organizza in sette indipendenti tra loro; tuttavia queste sette fanno capo a un unico organo che circonda il patriarca di Beskon. In ogni setta vi sono dei discepoli, dei maestri e un gran maestro. Il gran maestro oltre a comandare la setta, tiene i contatti con l'organo centrale della religione. Attualmente si pensa che a capo di questa istituzione vi sia Farajoth.