Riprendo in mano il discorso introdotto in questo articolo, spostando però l'attenzione dalla teoria del mana alla formazione del mago. Tuttavia prima di capire quale sarà il percorso di studio e come verrà effettuato in linea con l'ambientazione di Arcan Myth, devo per forza fare un focus sugli incantesimi.
Nell'ambientazione di Endymia, la magia risale a un'epoca piuttosto antica e quindi le formule degli incantesimi vengono lanciate in un linguaggio sostanzialmente sconosciuto. Esistono numerose teorie su questo linguaggio ma quasi tutte convengono che potesse esistere un tempo una versione scritta che è andata perduta e che i depositari di questa conoscenza fossero gli antichi elfi.
Lo stesso problema riguarda anche la perduta magia runica dei nani, che consisteva nell'incisione di rune specifiche per poter scatenare un'effetto magico associato a un oggetto accuratamente preparato. Tali oggetti sono tuttavia introvabili e ne rimane soltanto una traccia tra le leggende popolari più antiche.
Il fatto che entrambe le scritture abbiano avuto lo stesso destino porta molti teorici a pensare che esse siano andate perdute a seguito di un grande nefasto evento, forse la Catastrofe stessa.
C'è da dire che all'interno dell'ambientazione, il solo parlar di magia è considerato un'eresia, quindi queste teorie e questi studi, sono tutt'altro che pubblici o liberamente divulgati.
Ma com'è possibile quindi per un mago poter conoscere le formule, ma soprattutto poterle scrivere su pergamene?
La conoscenza delle formule è stata tramandata per lo più oralmente, facendo sopravvivere alcune di esse alla dimenticanza ma condannando inevitabilmente quelle che per qualche motivo non sono state tramandate.
Tuttavia in varie parti di Endymia sono nati dei metodi di trascrizione fonetica che consentono di scrivere l'incantesimo su carta, potendo così formare libri e incantesimi. I metodi di trascrizione possono differire di molto tra loro perché si basano spesso sulle lingue locali o su convenzioni stipulate tra pochi eletti (come ad esempio un circolo di maghi).
Si aggiunga inoltre che per motivi di segretezza, ma anche di sicurezza, i codici dei fonemi vengono sempre criptati dai maghi.
Ed è proprio questa la prima materia che l'allievo mago si ritroverà a studiare a rotta di collo, ossia i sistemi di crittografia: dovrà sia studiarli che praticarli, cifrando e decifrando codici, imparando sia a riconoscere i metodi che a utilizzare le chiavi di cifratura. Con il tempo costruirà un proprio sistema di cifratura che utilizzerà per cifrare i propri incantesimi.
Generalmente i maghi usano uno strumento di cifratura che consiste in un cilindro ad anelli mobili sui quali sono incisi dei simboli: girando le parti mobili si ottiene la chiave con cui cifrare il testo, basata sull'alfabeto utilizzato per la trascrizione fonetica dell'incantesimo, ma più lunga è la chiave e più difficile sarò decifrare lo scritto. Compito del mago è occultare questa chiave che ovviamente vanificherebbe tutto il lavoro.
Si dice che vi siano metodi anche più complessi, ma ovviamente ogni mago decice per sè.
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