Vorpius Kennek

"Vorpius Kennek" in lingua elfica Auren significa letteralmente Titano di Vorpius, ma la parola "Kennek" può avere anche altri significati, come "Torre", "Colonna" o "Pilastro". Questa leggenda in particolare e la figura di Vorpius in generale, non è riconosciuta dalla storia degli elfi i quali in passato tendevano a sminuire questa storia reputandola di pura invenzione.

La leggenda

La leggenda del titano o dei titani di Vorpius, narra appunto di un individuo conosciuto come Vorpius che voleva creare, per il proprio Re, un essere grande e potente per poter proteggere le terre dalle invasioni dei popoli nemici.

Combinando i 4 elementi in modi diversi, Vorpius riuscì a costruire il primo Kennek, gli infuse la vita tramite il fuoco e gli ordinò di proteggere il confine nord del Regno. Il successo fu tale che Vorpius fece costruire altri Kennek, sempre più forti e abili, tanto che ad un certo punto i nemici non osavano più avvicinarsi al regno.

Un giorno però Vorpius venne tradito e i nemici si impossessarono di Kennek, tramite uno stregone demoniaco e iniziarono a distruggere alcune città del regno. I nemici si impossessarono poi di altri Kennek ed iniziarono il saccheggio progressivo fino alla città del Re dove ebbe luogo la battaglia finale: fortunatamente i Kennek al servizio di Vorpius erano più numerosi e più forti e sconfissero quelli i nemici.

Dopo la battaglia Vorpius, in accordo con il Re, decise di togliere il fuoco ai Kennek rimasti e di privarli così della vita.

Curiosità

La leggenda fu probabilmente inventata per motivi simbolici ed educativi: l'insegnamento palese è che un potere distruttivo, se cade nelle mani sbagliate, può ritorcersi contro a chi l'ha generato. Vorpius privò i titani della vita proprio per questi motivi.

La storiella non dice quanti titani vennero costruiti, ma alcune storie che la richiamano dicono che ne rimasero 12, altre 8. Sempre in queste altre storie viene indicata come fine dei Kennek, la loro immersione in mare che avrebbe estinto quindi il loro fuoco.