Gonsao

Testo manoscritto che, secondo la fede di Zutra, viene attribuito al profeta Gon

Contenuto

Al contrario del Terminio il Gonsao non è un diario di viaggio, ma una serie di regole morali e a volte pratiche, accompagnate da racconti e parabole che servono per esemplificarle e spiegarle. E' grazie a questi racconti che s'intuisce che il profeta, prima di iniziare a scrivere il testo, ha viaggiato molto.

Il libro inizia, dopo la benedizione di Zutra, con la descrizione del luogo in cui Gon si trovava: egli descrive un ambiente di forma circolare, con tanti gradini concentrici che salgono fino a un gradino, anch'esso circolare, centrale. Egli descrive anche la posizione delle colonne, di alcune finestre e di alcuni affreschi. Questa descrizione ha ispirato l'architettura sulla costruzione dei templi di Zutra.

Si capisce fin da subito che Gon aveva già un certo numero di seguaci e che tutti loro, compreso il profeta, indossavano un mantello bianco. Alcuni dei seguaci seguivano già la fede di Zutra ed erano dediti alla lettura quotidiana di alcuni passi di un testo chiamato 'Libro di Fede': si pensa che quel libro fosse, verosimilmente, il testo scritto da Termin, sempre tenendo conto che il titolo attuale (Terminio) è stato dato in tempi posteriori alla catastrofe.

Fatto sta che Gon è sicuramente il precettore di questo gruppo e si ritrova a doverli dirigere lungo il loro percorso di fede.

Insegnamenti principali

Quando tutti arrivarono presso quello che sarebbe poi divenuto il tempio, scoppiò un grandissimo temporale, tanto che molti poveri senza casa si rifugiarono anch'essi in quello stabile. Molti di loro volevano sedere al centro perché più caldo e meno umido ma i seguaci glielo impedivano dicendo che quel posto spettava al loro maestro. Gon intervenne facendo accomodare la gente povera dove voleva e benedendola in nome di Zutra. Il profeta spiega la vicenda indicando l'Arthon, umile monaco, come un padre della gente e così come fa un padre col figlio egli deve serbare per la gente la massima cura. Da quel momento in poi capitò più volte che gli Arthon dormissero all'addiaccio perché il tempio era zeppo di gente che voleva ripararsi.