Terminio

Testo manoscritto secondo la tradizione della fede di Zutra attribuito ad un profeta di nome Termin

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Il Terminio è un diario di viaggio di Termin, un pellegrino che viaggia per le terre di quella che dopo la catastrofe sarebbe stata chiamata Hedania.

All'inizio del libro egli fa una breve introduzione dove lascia intendere che non si tratta del suo primo diario, ma degli altri non ci sono pervenuti che pochi frammenti, tra l'altro presunti.

Il viaggio di Termin inizia in una città di cui egli non fornisce il nome, ma si tratta certamente di una cittadina piuttosto estesa di montagna: fa riferimento ad istituzioni governative che lasciano presupporre che già allora, in quelle terre, vi fosse il dominio di Aurora. Il suo cammino lo porterà fino al mare dove prenderà una nave per viaggiare ancora.

Viaggiando per le montagne egli incontra tre eremiti che lo fanno ragionare sulla vita e sull'esistenza stessa: Termin chiama costoro maestri e scrive riflessioni circa la misera esistenza di tutti gli esseri paragonata a quella del tutto. Successivamente i maestri gli indicheranno la via del cielo come invito a salire ancora più in alto nelle montagne.

Termin intraprende il viaggio lungo una via perigliosa e sulla cima del monte trova una fonte luminosa che egli descrive così:

"La cagion del tutto rimase impressa nella mia mente e tal luce, splendea al bianco giorno, sussurrava suoni di natura che intesi come frasi e rivelazioni mai udite, e mostrava vita, persone e gloria".

In sostanza il profeta sostiene che questa luce gli avrebbe parlato e gli avrebbe mostrato degli eventi.

Al suo ritorno gli eremiti lo chiamarono maestro e lui disse loro che sapeva dove andare e cosa fare.

Da quel giorno iniziò la sua predicazione, che favoriva il distacco dalla materia e l'evoluzione spirituale, dal profondo (la nascita) all'ignoto(la morte), chiamando tutto questo processo Zutra e portando come suo simbolo la stella intagliata nel legno.

Aneddoti

Termin visita numerosi villaggi e città, citando alcuni aneddoti tra le vicende che gli sono accadute.

I due pescatori

Termin viaggiando verso una città di nome Koaris arrivò in un paesino collocato vicino ad un ruscello. A monte trovò un pescatore che con canna e lenza stava tentando di prendere qualcosa per avere del cibo per la sua famiglia: Termin lo benedisse in nome di Zutra ed egli pescò il suo pesce. A valle trovò un mercante ingegnoso che aveva costruito una diga da pesca con la quale prendeva molti pesci da rivendere poi al mercato del paese: Termin lo avvertì che così facendo avrebbe guadagnato molto, ma col passare del tempo il riscello non avrebbe avuto più pesci. Deriso dal mercante Termin benedì il ruscello perché scorresse secondo la volontà di Zutra. Durante la notte arrivò l'acqua grossa che spazzò via la diga: sgomento, il mercante chiese a Termin cosa doveva fare ed egli gli disse 'Se non sai cosa fare, seguimi e un giorno lo saprai'. Il mercante divenne il primo compagno di Termin ed egli lo chiamò Teritlo.

Il reduce

Arrivato a Koaris egli volle riposarsi per il lungo viaggio e si recò in una locanda, trovò l'ultima camera a l'affittò. Arrivò in quel momento un soldato ferito e stanco, la cui spada era stata rotta chiedendo una camera: Termin lo fece accomodare nella camera, lo fece stendere e pulì le sue ferite. Il soldato gli disse che aveva visto la morte e che non voleva più andare alla guerra: Termin lo toccò e le sue ferite furono rimarginate e poi gli disse 'Zutra mi ha dato la facoltà di guarire le ferite del tuo corpo, ma a te ha dato quella di guarire quelle della tua anima'. Il giorno dopo il reduce venne preso per lavorare in un campo di grano, dimentico del suo tormentato passato.

Le offerte

Teritlo raccoglieva sempre le offerte di chi chiedeva consiglio e cura a Termin: allora egli gli chiese cosa voleva fare delle monete raccolte e il suo compagno non nascose di voler costruire un tempio per la gloria di Zutra. Il profeta prese allora il vaso delle offerte, comprò molto pane e si sedette alla piazza. Radunati attorno a sé i poveri spartì il pane fra tutti mentre essi ne gioivano. In quel momento, oservando la scena, Teritlo disse 'Ecco il tempio secondo il volere di Zutra'.

L'usuraio

Termin si stava preparando perché l'alba del mattino del decimo giorno sarebbe partito per seguire la propria strada. Mentre era in strada con Teritlo che lavava i loro pochi panni, passò di lì un ricco signore che offrì loro del denaro in prestito, cercando di convincerli che avrebbero potuto comprarsi vesti e calzature nuove. Termin allora disse "Qui non si vuole il nostro male, vattene! Noi abbiamo cose che il danaro non può comprare!". Il ricco uomo se ne andò inveendo verso Termin.

Il giorno successivo si seppe che l'uomo si era sentito male perché colpito da una grave infezione a causa di una ferita che si era procurato, si diceva, estorcendo denaro. Termin e Teritlo stavano già per partire quando un servo dell'uomo si presentò loro pregandoli di andare dal suo padrone; essi andarono. Una volta al suo capezzale l'uomo ricco chiese ai due cosa dovesse fare per guarire e Termin gli rispose "Dona i tuoi averi ai poveri e seguici nel nome di Zutra: se avrai fede sarai salvo".

Così fece e Termin chiamò quell'uomo Adalme. Partirono tutti insieme verso est l'alba del giorno successivo.

Il magistrato

Dopo alcuni giorni di viaggio il gruppo arrivò a Lotaria, una grande città. Qui Adalme venne riconosciuto da un ricco possidente al quale doveva dei denari e andò da lui a reclamarli; forte della sua fede Adalme raccontò cosa fosse successo, ma il possidente non gli credette e si rivolse a un magistrato. Questi, corrotto, convocò Adalme presso il tribunale e iniziò a processarlo per parola del possidente. Intervenne allora Teritlo che testimoniò circa la situazione del compagno. Assieme a lui arrivarono molti altri fedeli di Zutra che a loro volta testimoniarono. Il magistrato non potè far altro che assolvere Adalme ma si trovò nei guai col suo corruttore. Allora Adalme e Teritlo lo portarono al cospetto di Termin che lo volle come suo discepolo. Da quel giorno venne chiamato Lumino a indicare la sua ritrovata fede.

Opere apocrife

Esistono alcuni libri chiamati Terminio che sono però considerati apocrifi dal Tempio centrale di Zutra alcuni dei quali forniscono informazioni sull'eventuale continuazione del viaggio di Termin.

  • Il Terminio del Fuoco. Conservato presso Cadalan, una città costiera della Calderia, narra il cammino di Termin una volta sbarcato dalla nave. Tuttavia sono presenti moltissimi riferimenti ai territori post-catastrofe, quando invece Termin si è ritrovato a vivere sotto l'Impero Auroriano e quindi ben prima.
  • Il Terminio di Jareb. Di questo ne restano solo alcune parti e sarebbe stato scritto da un ipotetico discepolo di Termin, Jareb appunto, durante un suo presunto viaggio nel deserto. In questo libro Termin avrebbe visitato la Lancia di Kalao, che però assunse questo nome solo intorno al Secolo X.
  • Il Terminio della Verità. Custodito probabilmente a Lasatol, presso una biblioteca del Culto, questo libro è atto screditare la figura di Termin dipingendolo come un apostata di Dyn.
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