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14 Marzo 2013

Fobia e GdR Scritto da Provolik

Fobia e GdR

Prendiamo una DeLorean qualsiasi, mettiamoci dentro del plutonio e impostiamo la data nell'anno 1981. Raggiunte le 88 miglia orarie "BAM!"  ci ritroveremmo istantaneamente in un negozio di Giochi di Ruolo con un manuale appena uscito del gioco di "The Call of Cthulhu", basato sull'omonimo ciclo di racconti e romanzi del celebre autore H.P. Lovecraft.

Una delle cose che mi ha sempre incuriosito di questo GdR è la possibilità di contrarre delle fobie in base agli eventi terrificanti che accadono attorno ai personaggi. Mi risulta d'interesse particolare anche l'eventuale interpretazione della fobia, nei suoi aspetti più reconditi.

Anche Arcan Myth prevede le fobie nella gestione del personaggio, ma visto che il sistema può essere applicato anche ad ambientazioni fantasy di stampo classico o epiche, l'applicazione, così come l'esclusione totale, di questo tipo di processo spetta in toto al Master.

Infatti si potrebbe dire che nel fantasy la paura venga visto come un tratto negativo e sintomo quindi di codardia: il vero eroe è senza macchia e senza paura. Questo naturalmente può andare bene quando i giocatori si aspettano un certo tipo di avventura. In termini un po' più maturi invece l'eroe quanto il codardo ha comunque paura, ma cerca di resistere e affrontare il pericolo, piuttosto che fuggire. Il coraggio diventa quindi la capacità di gestire la paura piuttosto che non averla.

La fobia però è irrazionale e indica un qualcosa a cui far fronte è piuttosto difficile nella sua fase acuta, ma offre anche spunti interessanti di interpretazione nella vita di tutti i giorni. In questo caso un giocatore potrebbe anche raccogliere una sfida e possedere già una fobia, a prescindere (okay nessuno ci crede veramente).

Prima di tutto bisogna capire come strutturare la fobia, in caso di contrazione. Supponiamo che un personaggio del gruppo durante l'esplorazione delle Cripte di Ghermor si sia trovato circodato da Ombre e non morti di vario genere e sia stato tratto in salvo per il rotto della cuffia, magari dopo essere svenuto. In questo caso il PG potrebbe contrarre una fobia, ma non lo farebbe nei confronti delle ombre o dei non-morti in generale, ma più verso un elemento catalizzatore (un oggetto, un'immaggine, un suono, una situazione) della sua paura. In questo caso l'elemento potrebbe essere semplicemente il buio: si tratterebbe quindi di nictofobia, magari accompagnata alla paura dei luoghi chiusi e bui.

Come potrebbe gestire un personaggio questa fobia nel corso normale delle avventure? In realtà essa non si dovrebbe manifestare solo nella situazione analoga, ma tenderebbe a limitare il comportamento del personaggio (e qui va l'interpretazione) in modo da evitare che la fobia emerga. Verosimilmente lo stesso personaggio potrebbe non volere che gli altri si accorgano del suo problema per evitare di farsi vedere debole. Continuando l'esempio della nictofobia, un personaggio affetto potrebbe evitare di entrare in un dungeon in diversi modi:

1- Rifiutare la missione. Se sa prima di che si tratta potrebbe rifiutare di partecipare alla missione. Tuttavia fa parte di un gruppo e sarebbe poco pensabile abbandonarlo quindi tenterebbe di influenzare gli altri membri cercando di convincerli che quella missione non è necessaria.

2- Offrirsi volontario per altri compiti. Missione accettata e gruppo partito alla volta del dungeon; qui il personaggio potrebbe proporsi per "coprire le spalle" al gruppo sorvegliando il campo base e l'entrata del dungeon, accordandosi su alcuni segnali in caso di imminente pericolo.

3- Sottolineare l'importanza delle fonti di luce. Supponendo che il suo ruolo sia fondamentale, potrebbe assicurarsi molte fonti di luce, obbligando tutti i  membri abbiano torce e lanterne. Questo ovviamente sarebbe un tentativo disperato per cercare di diminuire la pressione della sua fobia.

4- Sparire dalla circolazione. "Non vi siete accorti che ero finito in una botola e mamma mia ci ho messo un sacco a uscire". Okay è un rimedio che è facile sgamare, ma alla peggio va così.

Nel momento in cui si verificano le condizioni per sprigionare la fobia le cose si fanno più semplici: in Arcan Myth si procederebbe a un tiro salvezza penalizzato e applcazione dei malus. La fobia diverrebbe immediatamente palese, ma anche in questo caso il personaggio potrebbe nasconderla scaricando la sua paura su un elemento terzo anche inventato "Ho visto un'ombra gigante là dietro, meglio se ce ne andiamo!".

Interessante anche la possibilità per il Master di introdurre degli elementi di sfida che possano aiutare il personaggio a vincere, quando possibile, la fobia e riprendersi la propria liberta.

Quindi non abbiate paura



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