Nel corso delle vostre partite fantasy, quante volte vi siete imbattuti in un oggetto o un'arma maledetta? Sarà capitato a qualcuno e la gestione di questi oggetti da che esiste DnD è sempre la medesima: il personaggio subisce l'effetto negativo della maledizione e, inoltre, non riesce a separarsi dall'oggetto. A volte gli rimane incollato addosso, altre viene costretto dal master a utilizzarlo.
Ma è un buon metodo?
In realtà ho sempre trovato deprimente questo metodo perché non collima con ciò che l'oggetto maledetto dovrebbe essere: il giocatore sa che sta indossando un oggetto maledetto e prova a fare di tutto per disfarsene, il che può essere divertente, ma fino a un certo punto.
Facciamo l'esempio degli esempi: l'unico anello. L'oggetto era maledetto ma Bilbo non se ne rese conto e siccome era bello e utile continuava ad usarlo e non riusciva a disfarsene. Fu necessario l'aiuto della forza di volontà di Gandalf per riuscire a separarsene, ma anche in quel modo Bilbo era comunque ancora attratto dall'anello. Non si tratta esattamente di quello che avviene con gli oggetti maledetti durante le sessioni.
Così ho deciso di cambiare strategia, provandola direttamente al tavolo da gioco: il PG di uno dei miei giocatori trovò una spada maledetta, ma non glielo dissi. Anzi gli dissi che era una spada molto bella, ben bilanciata e che poteva essere anche magica: utilizzandola gli sembrava di essere uno spadaccino migliore e quindi gli disse di segnarsi un +2 nell'uso della spada sulla scheda. Quello che però lui non sapeva era che, segretamente, io gli assegnavo sempre un -2 anziché un +2 e, inoltre aveva un -4 nelle abilità di relazione e i nemici tendevano ad attaccare lui per primo. Non solo, ma di tanto in tanto gli facevo credere che qualcuno osservasse la sua spada con insistenza, alimentando la sua paranoia.
Va da sè che rendersi conto della cosa fu piuttosto difficile: hai un'arma +2, fai tiri sensazionali e però cavoli che sfortuna ("Com'è possibile che abbia schivato?", "Che ti devo dire? Continuo a fare 12!") e poi ogni tanto un buon tiro capitava quindi non è stato semplice. Finché a qualcuno il dubbio è venuto e iniziarono così a farsi delle domande. Lentamente si faceva largo la consapevolezza che forse nella spada c'era qualcosa che non andava e che effettivamente, dati alla mano, i risultati ottenuti non corrispondevano a ciò che avrebbe dovuto fare. Vennero pure cambiati i dadi ma non successe niente. Il primo passo fu provare un'altra spada per sentire com'era, ma ovviamente la maledizione colpiva ancora e la nuova spada, oltre che essere brutta, appariva poco bilanciata, poco affilata, di qualità scadente, insomma non ne valeva la pena.
Finalmente si rese necessario scoprire in maniera incontrovertibile se la spada fosse maledetta e il responso del sacerdote esperto in maledizioni fu sconcertante: lo era! Ma anche in questo caso non fu semplice perché cercai di far credere al giocatore che erano tutti stratagemmi per potersi impossessare della sua spada. Alla fine si arrese all'evidenza.
Bisogna pensare che tutto questo processo avvenne in maniera molto lenta, attraversando diverse avventure e molte sessioni. La domanda quindi è: utilizzando questa tecnica, una volta che il personaggio diviene consapevole della maledizione, può liberarsi dell'oggetto o si torna in una situazione simil-DnD in cui comunque non ce la fa? Credo che ci possano essere diverse soluzioni e siccome non mi piace quella di DnD ve ne propongo delle altre.
1- Liberazione. In fondo il personaggio è stato sotto il giogo dell'arma per lungo tempo, la consapevolezza che sia maledetta è giunta pian piano ed ha richiesto comunque un certo percorso, per cui si potrebbe considerare sufficiente questa fatica per potersi staccare dalla spada.
2- Disagio. Il personaggio può liberarsi della spada, per esempio venderla o abbandonarla da qualche parte, ma ciò gli procura un disagio emotivo, che potrebbe manifestarsi come un malus nelle sue abilità relazionali, ma anche nelle relazioni con i PNG ("Preferisco parlare con lei, il suo amico non m'ispira fiducia")
3- La maledizione continua. Gli effetti della maledizione continuano indisturbati anche se il personaggio utilizza un'altra arma, sia perché ormai il PG è maledetto egli stesso, sia perché sotto sotto il desiderio per quell'arma c'è ancora e usarne un'altra sembra di tenere in mano qualcosa di alieno.
I punti 2 e 3 potrebbero infine essere superati con un rito, oppure distruggendo per sempre l'oggetto maledetto liberandosi così del peso interiore.
Oggetti maledetti molto potenti, anche dopo essersene liberati, potrebbero lasciare invece cicatrici emotive, come fobie o incubi ma la scelta di questi effetti negativi deve essere correlata all'oggetto.
Insomma, c'è di che sbizzarrirsi.
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