Durante le mie partite capita spesso che i personaggi cerchino un posto comodo e accogliente dove alloggiare. L'ambiente della locanda è ottimo non solo per dormire, ma anche per mangiare e spesso i personaggi, tramite le persone della locanda, riescono a reperire informazioni di svariato tipo.
Oggi è il giorno della befana che nell'immaginario collettivo, o comunque nell'iconografia classica, viene rappresentata come una strega a cavallo di una scopa volante. Ma questa strega invece che portare morte e distruzione come vorrebbero i vecchi giochi di ruolo fantasy, porta dolci e regali ai bambini, riempiendo le calze lasciate a penzoloni sopra il camino o sopra il letto.
Continuo il discorso sulla religione iniziato nello scorso post e vado ora a ragionare sulla formazione di un personaggio tipico del gruppo: il prete, meglio conosciuto come sacerdote. Per farlo partirò dalla sua formazione, che dovrebbe comporre tra l'altro parte del suo background. Prima però faccio due considerazioni: il tempo del sacerdote fatto in due minuti, scegliendo 3 valori e tirando due dadi è necessariamente finito, o almeno lo auspico, così come auspico sia finito quel fare che il sacerdote è come un mago ma un po' diverso.
Nel corso della storia umana, raccontata nei cari vecchi libri, abbiamo visto come la religione abbia sempre avuto un'incidenza e come, per molti aspetti, ne abbia tutt'ora. Trasponendo tutto in un contesto fantasy, il peso della religione potrebbe essere molto più incisivo, specie per quelle ambientazioni che, in un modo o nell'altro, si ispirano al nostro medioevo.
Capita un giorno, anche se non necessariamente di giorno. Si entra in quel fatidico tunnel buio, probabilmente sedotti da Darth Vader o qualche altro adepto del lato oscuro della forza, e si inizia a giocare di ruolo. E iniziando a giocare, prima o poi, avviene qualche cosa di inevitabile: create il vostro primo personaggio. "Non sarà il primo" dirà il vostro master con aria solennemente diabolica mentre gli altri giocatori annuiranno, sfoderando la cera degli uomini vissuti. "A me non succederà" pensava l'ignaro novizio seduto al tavolo dei malefici oscuri, ossia i dadi (o chi ne fa le veci).
"Come si tira fuori un non-morto?". La nascita di un non-morto è qualche cosa di molto misterioso e tutt'altro che scontato. Prima di tutto bisogna chiarire un punto: non-morti si diventa, passando ovviamente per la vita. Se così non fosse il termine stesso non avrebbe senso.
Quindi, prima di tutto, ci deve essere un trapasso e poi, successivamente, un risveglio. "Andato male!" diranno forse alcuni, ma forse bisognerebbe chiedere a qualche occulto sacerdote o negromante se si tratta proprio di qualcosa che è andato storto e se si tratta proprio di trapasso.
Infatti seguendo la classificazione fatta in questo post esistono i non morti corporei e non sempre questo status denota una tipologia debole. Direste forse che un vampiro o un lich siano deboli?
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